Per le vacanze estive abbiamo deciso di visitare il Friuli. Non ci eravamo mai stati, benché io abbia origini in parte friulane. Abbiamo trovato alloggio in un grazioso B&B di Buja, che è un paese a 20-25 km da Udine, in una posizione piuttosto centrale e comoda per muoversi qui e là.
Abbiamo girato molto e ho fatto una piccola lista delle 5 cose che consiglio di fare in Friuli; sono state le mie preferite.
Eccola, in ordine sparso.
1. Visitare le grotte di Villanova
In località Lusevera, in Alta Val Torre, c’è la Grotta Nuova di Villanova. E’ una grotta carsica con percorsi che arrivano fino a 9 km. Ora se ne può visitare solo una minima parte, circa 600 metri, ma nell’arco di due anni il percorso di visita sarà quasi triplicato. Già ora ci sono delle aree extra alle quali si può accedere, ma con un tipo di vista speciale o in certe occasioni specifiche.
Si scende nella grotta per quasi 600 gradini, passando fra stalattiti, stalagmiti, spaghetti e vele; ci sono strutture enormi e molto articolate, che lasciano a bocca aperta. I colori e le forme cambiano a seconda del tipo di terreno e del tipo di roccia che l’acqua ha incontrato prima di gocciolare nella grotta.
All’interno la temperatura è fissa a 11°C, quindi occorre coprirsi bene per sostenere a lungo il freddo e l’umidità (si sta più di un’ora sotto terra).
Prezzo di ingresso € 9, scontato a € 8 con il biglietto della Casa delle Farfalle
2. Andare a vedere il Museo Etnografico di Udine
I musei etnografici sono tante volte sottovalutati, eppure trovo che siano fantastici e divertenti. Sono il modo migliore per conoscere un popolo e un territorio, a parte girare per vicoli e mercati.
Il Museo Etnografico di Udine è veramente degno di nota ed è decisamente esteso. Si sviluppa su tre piani e le sale sono organizzate per temi o ambienti: il focolore, la magia, gli antichi rimedi, la scuola, il mondo tessile, ecc. I temi sono sviluppati in modo ampio, ad esempio all’interno dello spazio ‘il focolare’ si parla della casa, ma anche della famiglia, delle comunità locali di un tempo, degli emigranti friulani nel mondo, della vita politica. Nella parte dedicata agli antichi rimedi ci sono gli attrezzi del farmacista, ma anche i primi medicinali da banco diffusi in Italia e proverbi e tradizioni locali per affrontare i malanni. Uno per tutti, quello che seguiva mia nonna che era friulana, tenere una castagna matta in tasca o sotto il cuscino per evitare il raffreddore.
Fra modi di dire, piccoli canti e usanze ho ritrovato tante cose familiari. Erano per me non ‘cose friulane’, ma ‘cose della nonna’; ma dato che lei era friulana l’equazione è presto fatta. 🙂
Ho scoperto che un certo Arturo Malignani, di Udine, nel 1888 vinse la gara di appalto per illuminare la città e, durante i suoi studi ed esperimenti, riuscirò a creare il vuoto chimico all’interno delle lampadine. Creò e brevettò, quindi, della lampadine molto più efficaci e durature di quelle in uso fino a quel momento, e precorritrici delle lampadine a incandescenza moderne. Malignani vendette poi il brevetto a Edison nel 1896.
Prezzo di ingresso: € 5 (oppure incluso nel biglietto cumulativo)
3. Fermarsi per una merenda da Al Vecchio Tram
Appena fuori dal museo etnografico c’è una caffetteria molto particolare.
Si chiama ‘Al Vecchio Tram’ e l’insegna è un tram stilizzato che, con manico di lato e sbuffo sul tetto, si trasforma in un bricco per il caffè filtrato.
Appena si entra si viene accolti da una piccola cornice di librerie, con volumi da prendere in prestito. Lì ci sono anche dei graziosi barattoli che contengono, apparentemente, zucchero colorato; in realtà si tratta di Gioia di vivere, Educazione, Felicità.
Il bancone, sul fondo della stanza, è anticipato da una fila di grossi barattoli con dolcetti di ogni tipo, come canapa e melograno o curcuma e frutti di bosco. Le brioche e i muffin possono essere riempiti al momento, così come tramezzini e spuntini salati. C’è uno scaffale con i giochi da tavolo, foto di poeti locali ai muri, un pianoforte a coda, nero, vicino alla vetrina, un armadio di specialità alimentari (comprese alcune varietà di riso del Principato di Lucedio, Vercelli, che mi hanno riportato per un momento a casa), un angolo di tè sfusi, il percorso della campana disegnato a terra con il nastro colorato.
Sui tavoli zucchero e tovaglioli sono contenuti nelle due parti di una moka smontata, custodiate in una cassettina di legno; le noccioline sono servite dentro bottigliette vuote del bitter. Adoro questo posto!
Romi, la titolare, ci racconta del caffè, di come si tosta, degli aromi che ha; io prendo un ‘marocchino speciale’ con crema di nocciole e granella di nocciole sopra; mio marito prende un caffè freddo filtrato, è rimasto in infusione 24 ore. Romi conosce bene il mondo del caffè in filtri, ha iniziato prima che diventasse un po’ di moda e ci dà buoni consigli per capire se e dove lo sanno fare davvero oppure approfittano di una tendenza del momento. Ci spiega che, perché sia adatto a essere filtrato, deve essere tostato chiaro; ci mostra la sua selezione e ci fa annusare qualche varietà. Uno, che si chiama Geisha, pare che sia pregiatissimo e costosissimo, profuma tanto di frutti di bosco. Dice che glielo ha regalato un amico, da provare; a lei non piace molto, ma ha i suoi estimatori.
Ne annusiamo un altro che invece odora tantissimo di cioccolato e mandorle e viene voglia di sgranocchiarlo.
Mentre chiacchieriamo, impariamo che troppo spesso nei bar i chicchi di caffè che vengono usati sono bruciati e quindi il caffè viene male (mi spiego così perché ho faticato tre giorni a trovare un caffè buono! Glielo dico, annuisce convinta e ridiamo un po’). Prima di ordinare un caffè ovunque, consiglia, dovremmo dare un’occhiata allo stato del macinacaffè: deve essere perfettamente pulito -da vederci attraverso- e i chicchi al suo interno non devono essere troppo scuri. Inoltre in che condizioni è il beccuccio per montare il latte? Anche quello deve essere lindo, se ci sono tracce del latte precedente -igiene e parte- il latte eventualmente aggiunto (e io lo aggiungo SEMPRE) rischia di rendere tutto rancido.
Rimaniamo lì davvero tanto, persi nell’atmosfera e nelle chiacchiere. Una merenda piacevolissima.
Prezzo della merenda € 9,50 per 6 biscottini, una brioche, un caffè in filtro, un marocchino speciale.
4. Mangiare il Frico
Il frico è una specialità friulana della Carnia, una specie di crocchetta gigante di patate, cipolle e formaggio Montasio. E’ un disco dorato e soffice… e buonissimo.
Mangiamo il primo, assieme a un piatto di trota con insalata di finicchi e arancia, in un’osteria di San Daniele del Friuli (e, sì, prendo anche un grissino gigante al prosciutto, ci mancherebbe!). La cena è molto buona e il posto bello, ma il vero trionfo del frico è la sua sagra!
A metà agosto, nel paese di Carpacco, c’è infatti la Sagra del Frico. Noi ci siamo capitati e ci siamo divertiti un mondo; è una sagra davvero grande, con tantissimi punti di ristoro. Siamo arrivati alle 7 ed era già strapieno, con già quasi 70 numeri di attesa per essere serviti. C’è voluto parecchio perché toccasse a noi, ma ne è valsa la pena. Abbiamo anche ballato e giocato al banco di beneficenza dove ho vinto un evidenziatore verde e un termometro per camerata a forma di pappagallo.
Missione: provare a fare il frico, non appena avrò a disposizione la cucina nuova.
Prezzo: € 6,70 per piattone di frico con patatine fritte alla sagra

5. Esplorare le dolomiti friulane
In provincia di Pordenone c’è il parco naturale delle Dolomiti Friulane; si arriva al lago di Bacis, dove c’è il centro visite, e da lì partono i sentieri. Arriviamo dotati di bastoncini da nordic walking e sono straordinarie. Non le avevamo mai usate prima, ma sono davvero una scoperta: non solo lavora tutto il corpo e non soltanto le gambe, ma salire e scendere è molto più veloce e molto più facile.
Con questa meraviglia per mano 😛 ci avventuriamo per un percorso panoramico di circa 3 km che, dopo averci offerto meravigliosi panorami sul lago e sulla vallata, e incontri ravvicinati con strani fiori e funghi giganti, sbuca nei pressi della Strada Vecchia.
La Strada Vecchia era percorribile in auto fino agli anni Novanta, poi è stata regolamentata e vi si accede solo in alcuni periodi dell’anno, solo a piedi a o in bici, e solo indossando un almeno protettivo. C’è un prezzo di ingresso di 3 € con il quale si viene dotati di tutto il kit necessario. Si possono percorrere solo poco più di 2 km della Strada Vecchia (lunga forse 9, se non ricordo male), ma ne vale la pena.
A metà c’è un ponte tibetano che passa sopra a uno slargo del torrente; mi faccio coraggio e decido di percorrerlo, con imbracatura, caschetto di sicurezza, moschettoni. Mi tremano le gambe, ma è bellissimo e mi sento una piccola Lara Croft!
Una mini avventura indimenticabile, da raccontare e ripetere.
Prezzo: gratis il percorso globale; € 3 se si vuole percorrere la Strada Vecchia, altri € 3 se si decide di attraversare il ponte tibetano
Siete stati in Friuli? Cosa vi è piaciuto di più?
Quali tappe consigliereste per una prossima vacanza da quelle parti?
Escludendo una volta in cui ci sono andato per un compleanno, ho visitato Trieste, Palmanova e Aquileia. Mi sono piaciute tutte e tre (se ti va di leggerli, ho scritto anche post in merito)! Il Friuli mi sembra una meta che merita, forse un po’ sottovalutata.
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Ora che ci penso, una gita a scuola fu a Trieste, Grado e Aquileia! Non mi ricordo molto, però e… a voler essere fiscali, quello è Venezia-Giulia 😀 (dovrebbe valere la suddivisione in zone, come si fa per Emilia e Romagna).
A parte le battute 😛
1) Vado volentieri a leggere i tuoi post!
2) concordo sul fatto che sono zone poco considerate ma davvero meritevoli. Ho trovato anche una bella vivacità in generale, c’è tanto da fare e da vedere ovunque e mi hanno colpito alcune attenzioni che altrove non avevo mai trovato. Ad esempio, al museo archeologico di Udine, le guide sono in italiano, inglese, tedesco, ma anche in braille e in una versione semplificata e a fumetti pensata per i bambini. In molte sale ci sono, oltre alle scritte in braille, anche dei modellini in legno o in plastica che i non vedenti possono utilizzare per comprendere, attraverso il tatto, le opere esposte; e ci sono ovunque tablet per poter ascoltare le spiegazioni delle mostre, a beneficio dei sordi e… dei curiosi.
Mi è piaciuta molto questa cosa.
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L’ha ripubblicato su ƑɾíմƖíʍմƖեíҽեղíϲօҍƖօց 🇮🇹 🇸🇮 🇦🇹 🇪🇺 .
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hai dimenticato la L di Lusevera .Bel post complimenti!
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Grazie! Detto da una persona del luogo mi fa ancora più piacere 🙂
E grazie della segnalazione dell’errore dai battitura, ho corretto (e la U maiuscola chissà da dove è uscita!)
Ci è piaciuto tanto il Friuli, ci torneremo di sicuro :-), mi piacerebbe fare il giro delle malghe del Montasio, che è uno dei miei formaggi preferiti assieme a Fontina e Sbrinz
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figurati…succede
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Aggiungo anche:
Mangiare all’Osteria di San Daniele il prosciutto, il migliore che ci sia.
Visitare Aquileia e Palmanova, come detto da Aussie.
Fare un giro a Pradis, anche nelle grotte.
Per chi ama i centri commerciali, andare a Città Fiera, che é enorme.
Farsi un weekend a Lignano.
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Ottimi consigli per un prossimo viaggio *_*
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