Piccole storie del Dodecaneso: Leros

A cavallo fra agosto e settembre, sono stata in Grecia a trovare mio fratello che, dal 2019, almeno per un qualche mesi ogni anno si traferisce là in barca a vela. Di base è nel Dodecaneso e assieme abbiamo visitato 8 delle 12 isole. Mi toccherà tornare presto per vedere le 4 rimanenti! 😉

In ogni caso, questa esperienza particolare è stata bellissima e particolarmente significativa per me; vivere in mare, solo con l’essenziale, spostarsi da un’isola all’altra percorrendo miglia, viaggiare distanti miglia dalla costa in compagnia dei gabbiani, arrivando là dove solo chi naviga (molto) può giungere perché non ci sono altre vie di accesso, gettare l’ancora, dormire in rada, nuotare fra i pesci, guardare gli scogli e le sogliole da vicino, sgomberare la mente e pensare solo al qui e ora, dimenticare ogni routine, godere del silenzio, vedere sorgere la luna nel buio totale, scoprire quante sono davvero le stelle, respirare con il respiro del mare…

Basta! Se no mi viene da piangere come quando sono dovuta tonare a casa (ma sarà stata anche un po’ la prospettiva di un bastoncino infilato nel naso? Comunque, tampone negativo come da programma).

Ci sono così tanti ricordi e così tante storie attorno ai posti che ho visitato e alle persone che ho incontrato che, in brevi puntate, ho pensato di raccontarvi ‘Piccole storie del Dodecaneso’.
Che potrebbero rientrare in una nuova sezione intitolata ‘La Valigia Gialla‘, dal momento che è proprio così la super borsa morbida che ho comprato proprio per il viaggio (la vecchia si è squarciata la sera prima della partenza, c’era bisogno di novità… di un nuovo bagaglio di esperienze).

Detto questo, che ne dite? Iniziamo?


Piccola storia n° 1: LEROS

L’isola di Leros ha un minuscolo aeroporto al quale si arriva con un piccolo e simpatico aereo che sembra una corriera con le ali, e con lo spirito di Indina Jones. L’edificio è un caseggiato giallo con una porta per gli arrivi e una per le partenze. Si percorre a piedi qualche metro di pista, poco dopo arriva un furgoncino con le valige nel cassone. Presi i bagagli, tre passi e si esce al sole; la strada è di fronte, un cartello scritto in 4 lingue dà il benvenuto assieme alle piante di fico e il Meltemi inizia già a soffiare.

A poca distanza dall’aeroporto, dopo qualche curva, dal mare sbuca una minuscola isola, forse un grosso scoglio, su cui sorge una micro chiesa bianca abbagliante e azzurra come il cielo, in perfetto stile greco. La si raggiunge percorrendo un pontile di cemento e salendo qualche gradino rosso e bianco.

Dietro la porta blu c’è una stanza blu, con immagini sacre d’oro. Dietro la chiesa sventola l’immancabile bandiera bianca e azzurra che ondeggia come il mare della baia.

In antichità, Leros era associata al culto di Artemide, e sarà per questo che la luna qui è così grande?

La zona ‘commerciale’ si chiama Lakki e qui si trova Leros Marina, una delle poche marine del Dodecaneso. Le costruzioni di Lakki risalgono al periodo dell’occupazione italiana, quando la baia era una base navale. Dopo quel tempo, molti palazzi vennero ridestinati a istituti psichiatrici e Leros divenne una ‘isola del diavolo’. Oggi tutto questo è solo passato, ma dalla Marina si vede ancora il rudere di uno di quei centri.

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