L’autunno scorso mio nipote ha celebrato la Cresima. Per me, lontana dal quel mondo, è stata un’esperienza curiosa. Ogni volta che mi capita di assistere a una messa mi soffermo sul cercare i modi in cui lo Spirito prende forma nel mondo adattandosi a diverse consapevolezze ed esigenze.
Dopo la cerimonia abbiamo fatto una passeggiata parlando del più e del meno e mio nipote mi ha chiesto: ‘Zia Sarah, perché tu non hai potuto farmi da madrina’?
Così gli ho spiegato brevemente che non appartengo alla sua stessa chiesa e lui ha annuito.
‘Però, se è quello che desideri ed è importante, sappi che io ero lì accanto a te comunque, e il mio cuore ti teneva per mano’, gli ho detto dopo una piccola pausa, e lui ha sorriso.
Spesso, anche qui, la gente mi chiede cosa dica il sentiero dell’ECK. Ci sarebbe molto di cui parlare, ma la risposta più semplice è così potente da commuovermi ogni volta.
La diede Sri Harold a un seminario qualche tempo fa:
“Questo è ciò di cui tratta il sentiero dell’ECK: camminare lungo il sentiero per Dio, ancor di più camminare lungo _il tuo_ sentiero verso Dio perché il tuo sentiero non è il mio e il mio sentiero non è il tuo, e questo è ok perché quando Dio ha creato te, ha creato un essere unico.
Tu sei Anima, tu sei Anima. Questa è l’identità dietro il tuo nome, dietro la tua forma fisica, dietro la bellezza del tuo volto; tu sei fatto a immagine di Dio, ed è un’immagine dell’amore divino. Ma ricorda tu sei fatto a immagine di Dio e così lo è il tuo prossimo e così sono io.
Quindi il rispetto che daresti a chi più ami -e quando dico chi più ami può essere una, persona, un animale, un luogo o una cosa- a chiunque tu dia più amore, se puoi avere quello stesso amore per te stesso, allora starai riconoscendo te stesso come la santa, divina luce di Dio che ti sei. Ecco di cosa tratta il sentiero dell’ECK.”
La poltrona gialla 